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Un gruppo di webstar LGBT fa causa a Youtube per omofobia: ecco le accuse

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Un gruppo di importanti webstar statunitensi ha deciso nei giorni scorsi di fare fronte comune contro Youtube. La piattaforma di condivisione video più importante al mondo sarà infatti costretta ad affrontare una spinosa causa legale per omofobia. Ma che cosa sta succedendo esattamente?

I protagonisti della protesta contro Youtube

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Ad intentare la causa contro il sito sono un gruppo di celebri youtuber statunitensi come Brett Somers, Lindsay Amer, Chris Knight, Celso Dulay, Cameron Stiehl, Chrissy Chambers e Chase Ross. Nel video che trovate qui sotto, gli youtuber spiegano nel dettaglio i motivi della loro protesta.

In estrema sintesi, gli youtuber in questione accusano la piattaforma che fino a poco tempo fa li foraggiava di comportamenti discriminatori ed omofobi. In pratica, la piattaforma starebbe attuando da ormai diverso tempo una politica anti-LGBT che penalizzerebbe gli youtuber che da anni di battono per i diritti della comunità arcobaleno. Ma in che modo, esattamente?

In buona sostanza, come saprete, l’algoritmo automatico di Youtube censura determinati contenuti o impedisce che essi possano essere monetizzati. Gli youtuber che hanno fatto causa a Youtube sono convinti che la piattaforma abbia messo al bando parole come “gay”, “lesbian” o “trasngender”. Chi utilizza questi termini, magari nel titolo del proprio video, si vede demonetizzato il contenuto caricato. In alternativa, i video degli youtuber in questione non vengono mai mostrati nelle tendenze del sito. In questo modo, i creator perdono in visual e soldi.

Proprio la scorsa settimana, a questo proposito, il CEO di Youtube Susan Wojcick aveva dichiarato formalmente che la piattaforma non demonetizza automaticamente nessun contenuto LGBTQ. La Wojcick ha aggiunto che due dei principali strumenti del sito, quello che consiglia i contenuti e quello che determina se è possibile aggiungere la pubblicità ad un video, funzionano in forma separata. In questo modo, la piattaforma assicura che i due sistemi agiscano in modo corretto, rispettoso ed etico.

La posizione di Youtube sulla vicenda, almeno per il momento, resta immutata. La vicenda, almeno per ora, sembra tutt’altro che risolta.

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