Videogiochi e social creano dipendenza come le sostanze stupefacenti? Una domanda al centro dell’ultimo appuntamento dello Speciale Tg1, approfondimento del telegiornale del primo canale della Rai, in cui ha partecipato il senatore Andrea Cangini, autore del libro CocaWeb. Il libro è la sintesi di un lavoro di psicologi, neurologi e pedagogisti che hanno studiato l’impatto del web sulla mente dei più giovani. Un quadro devastante, stando alle parole dell’autore, che ha specificato che il titolo del libro non sarebbe affatto un’esagerazione:
I neurologi ci hanno spiegato che i processi chimici e cerebrali innescati dall’uso – che non può che degenerare in abuso – di social e videogiochi sulla mente umana, e soprattutto dei più giovani, sono identici a quelli della cocaina. Si secerne l’ormone che trasmette la sensazione del piacere. Ecco perché per un genitore è difficile staccare il proprio figlio dallo smartphone. Tutte le patologie mentali, i disturbi alimentari e l’autolesionismo sono in crescita vertiginosa da quando console e smartphone sono entrate in uso ai nostri figli. […] È la prima generazione ad avere un quoziente intellettivo inferiore a quella precedente, non era mai successo nella storia.
Nel corso dello spazio dedicato all’influenza del web sulla vita delle persone, è stata trasmessa anche la testimonianza di un uomo che si è liberato dalla dipendenza con un percorso in comunità. “In Italia si stima che ci siano 100.000 hikikomori, ragazzi che vivono chiusi nella stanza, costantemente connessi a una realtà che non esiste. E non sono meno drogati di chi fa uso di altre sostanze“, ha sottolineato Andrea Cangini.
Social e videogiochi creano dipendenza? Parla Pow3r in diretta
L’intervento del senatore è stato oggetto di discussione in rete, soprattutto su Twitch, anche da parte di Pow3r, che ha reagito in live al servizio e ha fornito la propria visione sui videogiochi:
L’eccitamento provocato dall’uso dei videogiochi o vedere TikToker mezzi nudi genera il rilascio di sostanze che rilascia la cocaina. Poteva parlarne un pochino meglio questo ragazzone. Poi diciamo che i bambini vengono parcheggiati davanti a televisori, console e telefonini per avere i propri momenti di privacy. Dire che i videogiochi che siano la causa di problematiche come l’autolesionismo, l’asocialità, l’agorafobia non ha senso. Anzi, credo che i videogiochi abbiano uno scopo terapeutico e catartico.
“Esiste un disturbo da videogiochi“, sottolinea lo streamer, ricordando che si tratta di una patologia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che va curata con il sostegno di specialisti. Per quanto riguarda l’abbassamento del quoziente intellettivo generazionale, Pow3r è convinto che questa riflessione possa valere, ma solo in relazione al crollo della soglia di attenzione dei ragazzi:
Le persone vengono bombardate da contenuti rapidi, veloci, istantanei. Si guarda e si va. Ecco perché le visualizzazioni sui video di YouTube sono crollate. Non sappiamo più concentrarci su una singola cosa. In questo non c’entrano però i videogiochi, che anzi aiutano a sviluppare l’attenzione su un obiettivo unico.
La diretta di Pow3r è molto ricca ed articolata. Nel corso della discussione, lo streamer ha presentato anche un capitolo del suo libro sul tema. Vi consigliamo di recuperarla qui, estratto della live in cui potete vedere anche il servizio incriminato. Anche i Playerinside hanno commentato il servizio, dicendo di essere molto spaventati per il futuro dei videogiochi in Italia. Che ne pensate?