Quasi 400mila iscritti su Youtube, più di 140mila su Instagram e una carriera sempre in salita. Marco Ferrara (questo è il suo vero nome) è conosciuto da tutti come Seoul Mafia. E’ diventato famoso sul web grazie a questo canale dove vengono messe a confronto la cultura italiana con quella coreana. Simpatico, spigliato, adorabile: Marco si è raccontato con un’intervista.
Come racconteresti “Seoul Mafia” a chi non ti conosce?
“Seoul Mafia è un canale che vuole rompere con ironia gli stereotipi che si hanno sulle varie culture, in particolare quella coreana e quella italiana. Ogni tanto il canale diventa anche il mio diario di viaggio e, saltuariamente, anche il mio psicologo, quando ho bisogno di sfogarmi”.
Che bambino eri da piccolo? Cosa sognavi?
“Mia mamma dice che ero un bambino molto curioso e allegro. In particolare ricorda la mia passione per il ballo. Ogni estate andavamo nei villaggi turistici e io non perdevo mai l’occasione di andare sul palco e sculettare i balli di gruppo davanti a tutti”.
Cosa hai scritto sulla carta d’identità sotto il campo “Professione”?
“Sulla carta d’identità coreana c’è scritto solamente il nome. Meno male, perché neanche io so che lavoro faccio. Sono un freelancer, faccio quello che mi chiedono di fare. A volte aiuto le agenzie a fare casting per modelli, a volte traduco copioni e ora che Youtube è diventata parte integrante del mio stipendio posso dire di essere anche un content creator”.
Perché hai deciso di trasferirti dall’Italia alla Corea?
“Ai tempi sognavo di diventare un idol. Così, dopo aver fatto svariati provini in Europa, ho deciso che sarebbe stato più facile provarci direttamente dal Paese interessato. Dopo qualche provino sono stato notato da un’agenzia e da li tutto è cominciato”.
Quando hai iniziato a fare video su Youtube? Ti ricordi il primo video?
“Ho iniziato circa 3 anni e mezzo fa. Il primo video racconta le mie peggiori figuracce fatte con artisti e celebrità coreane. Ricordo benissimo la mia goffaggine nel cercare di esprimere quello che volevo dire (il canale all’inizio era in inglese) e soprattutto i primi passi e i primi scleri con i programmi di editing video”.
Come mai c’è quel “Mafia” nel tuo nome?
“Inizialmente il canale era in inglese e per un pubblico non italiano. Come dicevo, lo scopo del canale era rompere gli stereotipi e purtroppo in Corea la parola “mafia” viene ancora associata troppo spesso e con troppa leggerezza all’Italia.
Il logo del mio canale è un “mafiosetto” carino, che spara amore dalle pistole, a significare che bisogna andare oltre e non soffermarsi mai all’apparenza”.
In Corea sei riuscito a entrare in una band kPOP: com’è stato?
“Anche ai tempi è stato Youtube ad aiutarmi a cambiare la mia vita. L’agenzia con cui ho firmato mi ha infatti contattato dopo aver visto delle cover di danza k-pop sul mio canale. Mi hanno poi chiesto di fare un’audizione per loro e pochi mesi dopo ero dentro la band”.
La storia di Seoul Mafia
Ti piacerebbe intraprendere la carriera da cantante e ballerino, ma in Italia?
“Al momento non penso che una carriera artistica in Italia sia un’opzione che potrebbe portarmi soddisfazioni. La competizione è davvero molto alta e i lavori sono pochi. Se non mi fossi trasferito sono sicuro che non avrei fatto neanche la metà delle esperienze che sono riuscito a fare in Corea”.
Parteciperesti a X Factor o Amici in Italia?
“No. In Corea ho già partecipato a diversi reality show e, nonostante siano state delle bellissime esperienze, ho capito che difficilmente un programma televisivo con così tanti talenti a cui dare spazio riesce a darti i mezzi per una carriera longeva”.
Una canzone tutta tua, quando?
“Chissà…qualcosa potrebbe essere in lavorazione”.
Che idea hanno i coreani degli italiani? E viceversa?
“La visione dell’Italiano è cambiata molto rispetto alla prima volta che sono venuto qui. Qualche anno fa è spopolato nella televisione coreana un programma che si chiama “Abnormal Summit” in cui ragazzi di diverse nazionalità discutono di vari argomenti e parlano della propria cultura.
Tra questi ragazzi c’era anche un italiano (Alberto Mondi) che ha decisamente contribuito a creare un immagine del nostro Paese piu’ realistica e meno stereotipata”.
L’Italia è un Paese razzista?
“Quando ero piccolo ricordo che dovevo nascondere la mia playlist di canzoni asiatiche per paura che mi prendessero in giro e cominciassero con la solita frase “ma perché ascolti quei cinesi?”. Più che di razzismo, penso si tratti di ignoranza.
Fortunatamente si parla sempre più di cultura asiatica e sono convinto che le future generazioni saranno più aperte mentalmente non solo verso gli asiatici ma verso il “diverso” in generale”.
Sei considerato un ambasciatore della Corea in Italia. Quanti italiani hanno visitato la Corea grazie ai tuoi video?
“Non so dirti i numeri ma quando vado a Hongdae (una famosa area studentesca di Seoul) mi capita spesso di incontrare italiani che sono qui in vacanza o per studiare la lingua. La prima volta che sono venuto in Corea gli italiani si contavano sulle dita di una mano e sono davvero felice che gli italiani che vengono ora possano in qualche modo sentirsi meno soli e trovare altri italiani con cui parlare con cui facilità”.
C’è qualcosa che non rifaresti?
“Ho sicuramente fatto tanti lavori sottopagati e alcuni anche umilianti in questi anni ma è servito tutto a farmi maturare e soprattutto a farmi apprezzare ancora di più la vita che ho adesso! Quindi no, rifarei tutto”.
Chi ti piace tra gli altri youtuber? E chi non digerisci?
“Purtroppo non seguo tanti youtuber italiani. Mi piaceva tanto Kokeshi (che ora è una mia cara amica) ma ora non fa più video. Seguo invece tanti youtuber americani. Mi stimola molto vedere persone che si sono create da sole realizzare i loro sogni. Mentre le guardo penso “anche io un giorno voglio diventare così” e trovo la forza per tornare a lavoro e creare contenuti sempre piu originali (o almeno spero XD). Jeffree Star nel cuore”.
Seoul Mafia, le parole più cercate
Commenta le chiavi di ricerca collegate a te. “Seoul Mafia origini”. “Nato a Vimercate ma genitori messinesi”.
“Quanti anni ha?” . “Ufficialmente 30. Sicuramente non di cervello“.
“Fidanzato“. “Jiho. L’amore mio e l’unica persona sulla faccia della terra in grado di sopportarmi per così tanti anni (stiamo insieme da 4 anni e mezzo ormai)“.
I tuoi genitori sanno della tua relazione con Jiho? “I miei lo conoscono bene e lo amano tutti. Come fai a non amare Jiho è scientificamente impossibile“.
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