Sangiovanni è sicuramente uno dei protagonisti della scena musicale italiana del momento. E’ apprezzato da moltissimi fan, contando innumerevoli dischi d’oro e singoli di successi, ma non tuttx sembrano ammirare così tanto il modo di fare musica. Fa parte di questi un giornalista del Corriere del Ticino, che ha usato parole poco apprezzate da Sangio. Ecco cosa ha scritto il giornalista in un articolo intitolato “Gli inganni di Sangiovanni” per descrivere il concerto che il cantante ha tenuto a Casalgrande di Bellinziona:
Diciamo la verità: su disco e in tv il ragazzo piace. Ha un visino fresco, simpatico e propone canzoncine costruite miscelando con sapienza le ritmiche e gli arrangiamenti più in voga e accompagnate da testi traboccanti dell’ingenuità tipica degli adolescenti. Però come un calciatore non si giudica da un calcio di rigore (cit.), un artista non si valuta solo dai dischi (dove grazie alla tecnologia anche il sottoscritto potrebbe facilmente emulare Pavarotti) bensì dai «live». E qui il Sangiovanni che sabato sera a Castelgrande di Bellinzona ha inaugurato il festival Castle on Air, crolla miseramente.
La risposta di Sangiovanni al giornalista!
Sangiovanni ovviamente non ha esitato a rispondere al giornalista e spiegare perché, effettivamente, quel concerto non è stato il massimo (spoiler: a causa del vento forte e di alcuni problemi tecnici non certo dovuti a lui):
Il tuo articolo in rima con il mio nome (ndr. Gli inganni di Sangiovanni) non fa ridere nessuno. Mi stava cadendo il palco a causa del vento forte, ho dovuto fermare il concerto per far mettere al service due cavi d’acciaio. Mi si è spento un microfono dal nulla, ne l’ho cambiato e non arrivava il segnale per cui cantavo senza sentire nulla. Stavo anche male fisicamente, ma non voglio usare nulla come scusa. Ho finito il mio concerto e ho provato a dare il meglio di me stesso per far vivere una bella serata a chi aveva pagato il biglietto. Al contrario tuo che hai scritto di tutto pur di infangare quello per cui vivo, commentando inoltre scelte artistiche non c’entrano nulla con quello che è successo. Odio il giornalismo non oggettivo quando si parla di articoli informatici. Non denigrate la mia arte, ho fatto ballare e cantare bambini che hanno una vita meno fortunata della nostra e ne vado fiero. Con le canzoncine, come le chiami tu. La gente sa da che parte stare.
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