Nel giro di poche settimane, il caso che vede coinvolto P Diddy, una delle figure più rilevanti dell’industria musicale, ha travolto il mondo intero. A distanza di qualche giorno dalle nuove accuse, che vedono rappresentare 120 persone che accusano Diddy di abusi sessuali, la madre, Janice Smalss Combs, ha detto la sua.
In una dichiarazione condivisa con Us Weekly domenica 6 ottobre dal suo avvocato, Janice Smalls Combs, madre di Sean “Diddy” Combs, ha affermato con dolore: “Mi rivolgo a voi oggi come madre devastata e profondamente rattristata dalle accuse mosse a mio figlio, Sean Combs. È straziante vedere mio figlio giudicato non per la verità, ma per una narrazione creata con le bugie”. In aggiunta, ha sottolineato
Assistere a quello che sembra essere un linciaggio pubblico di mio figlio prima che abbia avuto l’opportunità di provare la sua innocenza è un dolore troppo insopportabile per essere espresso a parole. Come ogni essere umano, mio figlio merita di avere questo giorno in tribunale, di condividere finalmente la sua versione dei fatti e di provare la sua innocenza.
Janice ha continuato sottolineando come non abbia come obbiettivo primario quello di dipingere il figlio come perfetto, e ha aggiunto: “Ha commesso degli errori in passato, come tutti noi”. Ha ribadito, in riferimento al filmato del 2016 pubblicato dalla CNN a maggio, in cui Diddy sembrava aggredire violentemente la sua allora fidanzata Cassie in un hotel di Los Angeles: “Mio figlio potrebbe non essere stato del tutto sincero su certe cose, come negare di essere mai stato violento con un’ex fidanzata quando la sorveglianza dell’hotel ha mostrato il contrario”.
La madre di P Diddy e la sua straziante conclusione
La madre di P Diddy ha seguito con parole di estremo dolore il suo discorso, evidenziando come, a sua detta, “suo figlio non sia un mostro”. Ecco la conclusione di quanto sottolineato: “Vi prego di pensare a coloro che sono stati perseguitati ingiustamente, di ricordare che non tutti coloro che hanno commesso errori nella vita meritano che la loro intera esistenza venga giudicata da una singola azione o da pochi errori. Mio figlio non è il mostro che hanno dipinto e merita la possibilità di raccontare la sua versione dei fatti“. Intanto, fra due giorni, il 9 ottobre, è previsto il processo. Inevitabile dire che tutti gli occhi saranno puntati su questa giornata, in attesa di scoprire ciò che potrà emergere da questo caso.