L’arresto del produttore musicale e rapper P Diddy ha causato un vero e proprio terremoto mediatico. Dai sequestri avvenuti presso le sue ville sono emersi dei dettagli davvero inquietanti. Tra i ritrovamenti, anche un migliaio di bottiglie di olio per bambin*. Ma a cosa servivano esattamente? Ecco le diverse teorie a riguardo.
Torniamo a parlare del caso P Diddy e concentriamoci sui sequestri presso la villa del rapper a Miami. Ebbene, stando a quanto riportato dagli agenti di polizia, questi ultimi avrebbero ritrovato circa 1000 bottiglie di olio per bambini. Ma cosa faceva il rapper con una quantità così ampia di questi prodotti? Sul web hanno iniziato a circolare diverse ipotesi. Prima fra tutte, quella della procura statunitense che ne suggerisce l’uso come lubrificante (una sostanza liquida per far scivolare meglio due superfici). Questo sarebbe stato usato durante i rapporti ses**ali con più persone contemporaneamente. Secondo Marc Agnifilo, però, si tratterebbe solo e soltanto di una speculazione. L’avvocato del rapper, infatti, ha dichiarato quanto segue:
Non penso si tratti di 1000 bottiglie, penso fossero solo tante. Voglio dire, sappiamo che spesso gli americani sono soliti comprare le cose in blocco e sapete, sono cose che gli adulti fanno, in modo consensuale, non possiamo essere così puritani in questo Paese da pensare che il s*sso sia una cosa brutta in qualche modo, altrimenti non esisterebbero più le persone…
Sebbene la stessa difesa di Combs si sia mostrata scettica sull’uso di questi oli, sono tant* coloro che hanno teorizzato altre ragioni che spiegherebbero il ritrovamento di questi prodotti. Tra le ipotesi, quella secondo cui gli invitat* ai Freak Offs fossero obbligati dal padrone di casa (lo stesso Diddy) a cospargersi l’olio addosso, in modo da rendere difficile un’eventuale fuga dalla villa a causa degli scivolamenti. Altr* invece ritengono che l’olio venisse utilizzato in rapporti ses**ali presumibilmente consensuali con la compagna di allora e che la grande quantità derivasse solo dal “voler fare scorta“. Insomma, le ragioni dietro a questi ritrovamenti sono ancora poco chiare. Attendiamo il processo e le parole dell’imputato.
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