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Ciao Michele! La denuncia della famiglia: “Al pronto soccorso lo avevano rimandato a casa”

Michele Merlo
L’ex cantante di Amici e X Factor è morto nel reparto si terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Bologna

Michele Merlo è morto. Il cantante, colpito nella notte tra giovedì e venerdì da un’emorragia cerebrale scatenata da una leucemia fulminante, non ce l’ha fatta. In una nota diramata dai consulenti della famiglia si legge:

Nella tarda serata di ieri si è spento Michele Merlo nel reparto si terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Bologna

Michele Merlo è morto: il racconto del padre.

Poche ore fa suo padre aveva ricostruito l’intera vicenda in un’intervista rilasciata a La Repubblica, smentendo che il problema fosse un effetto collaterale del vaccino anti Covid-19 e sottolineando l’inadeguatezza del medico che l’aveva visitato:

E’ andato al pronto soccorso di Vergato in piena autonomia. Lamentava dei sintomi che un medico avrebbe colto. Aveva una forte emicrania da giorni, dolori al collo e placche alla gola, un segno tipico della leucemia. Se l’avessero visitato avrebbero visto che aveva degli ematomi. Non abbiamo un referto medico, ma un braccialetto col codice a barre che ho io a casa e un audio che mio figlio ha mandato alla morosa: “Sono inca**ato, mi hanno detto che intaso il pronto soccorso per due placche alla gola”. Invece lui era stanco. Michele aveva due braccia così.

Si appoggiava qui dalla fidanzata, perché stava registrando un disco a Modena. Mercoledì, il giorno prima del malore ha detto alla sua ragazza. “Stai qua, vado al pronto soccorso perché non sto bene”. Era un ragazzo che non voleva mai disturbare nessuno. Non posso dire se ha riferito al medico di avere, oltre agli altri sintomi, sangue dal naso e giramenti di testa. A Vergato gli hanno dato degli antibiotici da prendere: quando l’hanno mandato a casa aveva 38.5/39 di febbre. Ma non fidandosi, il giorno dopo, ha chiamato il suo medico di famiglia a Bassano, che invece gli ha consigliato un altro antibiotico. Senza vederlo, però. La terapia iniziale era sbagliata a prescindere.

Anche il pronto soccorso, nella serata in cui mio figlio è finito in ospedale (giovedì), è stato condizionato da un medico non proprio professionale che non può fare quel tipo di interventi, non tiene la tensione quando è sotto stress. Non voglio puntare il dito contro nessuno. Mi interessa che certi errori non si debbano ripetere, se di errori si tratta. Che chi ha sbagliato così oggi non sbagli domani.

Questo non è il momento delle recriminazioni e delle colpe, ma il momento del lutto e dell’omaggio a Michele Merlo. Poi, però, la giustizia dovrà fare chiarezza sui fatti. Perché una cosa è certa: non si può morire a 28 anni per una diagnosi sbagliata. Il nostro pensiero va a lui e alla sua famiglia: condoglianze.