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Intervista a Klaus: “Così ho deciso di valorizzare il nostro Paese” – ecco cos’è Wanderlust

Klaus

Klaus è uno youtuber anomalo, più interessato alla realtà che ai social, che, nonostante siano seguiti da centinaia di migliaia di persone nel corso degli anni (quasi un milione e mezzo solo su YouTube), utilizza come una sorta di diario personale. Webboh ha contattato il ventitreenne romano per farsi raccontare i suoi nuovi progetti, partendo dal più intrigante, Wanderlust. Ecco cosa ci ha raccontato.

Klaus: quasi un milione e mezzo di iscritti su YouTube, oltre un milione di follower su Instagram. Ti saresti mai aspettato tutto questo?

Assolutamente no, quando ho iniziato, nel 2011, ed ho iniziato a caricare i primi video, non c’era nessuna aspettativa/pretesa dietro questo mondo.
Youtube era un social network, così come su Facebook caricavi le foto o su MySpace le canzoni, Youtube veniva usata come piattaforma per caricare video. Come tutte le cose belle, è nato per caso.

In quarantena ti sei contraddistinto per il tuo impegno sociale, facendo e promuovendo attività di volontariato: un creator può fare da esempio per il proprio pubblico?

Penso che i creator debbano, in qualche modo, dare sempre degli esempi.
Io mi sento molto responsabile del potere mediatico che ho, tra i miei fan ci sono anche tanti ragazzi giovani, cerco sempre di mandare dei messaggi e di condividere dei valori.

Ora il lancio di un nuovo progetto, “Wanderlust”: che cosa dobbiamo aspettarci da questo format?

Paradossalmente questo format è nato a novembre dell’anno scorso, con l’obiettivo di farlo diventare un “tour” in giro per l’Italia in location suggestive per valorizzare al meglio il nostro Paese.
Durante la quarantena ho avuto tempo e modo di fare ricerca su tutte le grandi bellezze che abbiamo in Italia, culturali, artistiche e naturalistiche e a Giugno siamo ufficialmente partiti. La prima tappa, che in principio doveva essere il punto d’arrivo, è stato il Museo del Novecento a Milano.
La sfida lì è stata quella di raccontare e trasmettere attraverso un dj-set, il futurismo, tema principale del Museo. Il dj set è stato composto in funzione del percorso artistico del museo: ad ogni opera è stato associato un brano. Per arricchire reciprocamente l’arte con la musica, e la musica con l’arte.

klaus alla consolle
klaus alla consolle

Il 18 giugno è la data che ha segnato il tuo esordio come producer con il brano “Cortina”, disponibile su Spotify. Come è nato e che cosa rappresenta per te?

E’ nata a inizio anno a Cortina, in un rifugio a 3000 metri. Ero andato lì per fare sci-alpinismo e l’ultima mattina, prima del rientro a Milano mi sono messo 1 oretta fuori dal rifugio a far suonare il paesaggio che avevo di fronte, le Dolomiti. In questi anni ho rilasciato altre tracce su altri alias, è la prima volta che rilascio qualcosa con il nome “Klaus”. Ho preferito aspettare, ora ho la consapevolezza di quello che voglio fare.

Hai mai pensato di abbandonare definitivamente la carriera sui social e concentrarti solo su altri progetti?

Non penso, ho un rapporto molto “strano” con i social, di base non penso di saperli usare/sfruttare al meglio e questo perché l’utilizzo che ne faccio è molto personale. Il mio canale Youtube così come il mio profilo su Instagram sono un po’ il mio diario, dove attraverso video e foto in questi anni ho raccontato la mia “crescita”. Da grande sogno di fare la guida alpina, non è detto che non racconterò quello tra 10 anni. Chissà.

Hai mai rifiutato una collaborazione o una proposta lavorativa che non ti convinceva?

Si, come tutti penso. Ricevo tante email proposte di collaborazione e al 99% la risposta è sempre negativa.

Insieme al mio socio Gigi Calcagno e l’agenzia ZooCom con cui collaboriamo, abbiamo deciso che siamo noi a creare dei progetti da proporre ai brand, in modo da creare collaborazioni sensate, che diano valore ad entrambi.

Sei mai rimasto deluso da qualcuno o pentito di qualcosa nella tua esperienza da creator?

I primi anni forse, perché all’inizio fare video su Youtube non era così normale come lo è oggi quindi chi lo faceva automaticamente era uno sfigato.
In certi momenti ho dato troppo peso a queste “critiche”, essendo più piccolo le prendevo molto sul personale.
Negli anni ho imparato a fregarmi del parere altrui, accetto le critiche/giudizi solo dai miei amici/familiari, insomma da gente che mi conosce bene.

Qual è la cosa più assurda che ti è capitata in questi anni da creator?

Penso che potrei scriverci un libro a riguardo.
La situazione più strana mi è successa a Roma, quando rischiai di essere arrestato e denunciato per aver organizzato una manifestazione non autorizzata. Mi ero fermato a fare delle foto con dei fan in Via del Corso e da lì si era creata un po’ una calca. I militari pensavano che fossi lì per fare un evento/manifestazione.

In definitiva: che cosa ti piace di più e di meno dei social?

Come in tutte le cose i social possono essere bellissimi, ma bisogna gestirli bene affinché i vantaggi superino gli svantaggi.
Una cosa che mi piace, ma che allo stesso tempo mi spaventa, è il potere che ormai i social hanno.
Come detto prima, quando ho condiviso la mia esperienza di volontariato sui social, ci sono state moltissime persone che si sono avvicinate a quell’esperienza e ci sono stati tanti brand che hanno donato alla Food Policy di Milano. Da quel punto di vista, il potere della condivisione è incredibile. Dall’altra parte mi spaventa per l’abuso che le persone, creator e spettatori, possono farne.

Klaus Wanderlust
Klaus Wonderlust