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YouTube non paga più? Jake Paul dice stop ai video, David Dobrik confessa: “Guadagno meno di 800 dollari”

Jake Paul e David Dobrik

Jake Paul dice stop a YouTube. Il noto creator americano ha rivelato in un’intervista che non pubblicherà più i suoi amatissimi vlog sul canale (che ora conta oltre 20 milioni di iscritti). Il motivo? Sebbene qualcuno sia convinto che ciò abbia a che fare con le grane giudiziarie in corso, la colpa sembra del portale stesso, che non paga più come un tempo.

Già da alcuni mesi Jake Paul ha deciso di spostare le proprie energie verso altri impegni, come la boxe o la musica, che pare possano garantirgli entrate più alte e costanti. “YouTube è ormai un vicolo cieco“, ha rivelato ai microfoni di The Hollywood Fix, con un velo di comprensibile amarezza e rabbia per il crollo:

Non mi frega niente di YouTube. Non pagano nulla, fotti*i YouTube! Faccio soldi in altri modi, sono il proprietario di Fanjoy.

Per chi non lo sapesse, infatti, Fanjoy, portale in cui è possibile acquistare il merchandising dei più amati creator americani, ha tra i suoi responsabili proprio Jake Paul. Sul sito sono disponibili all’acquisto i prodotti di Addison Rae, Avani, Chase Hudson e anche David Dobrik, che in un’intervista a ET ha riservato parole dure per YouTube.

David Dobrik si accoda a Jake Paul: “Non guadagno soldi su YouTube, il mio stipendio sotto gli 800 dollari”

Anche il comico, infatti, non riuscirebbe a tirare su uno stipendio soddisfacente tramite i video:

Non guadagno soldi su YouTube. Non vengo pagato per i video sul mio canale. Sono tutti demonetizzati e progetti da copyright dalle etichette. Il mio stipendio al momento è inferiore a 800 dollari, molto basso per poter produrre quei video, perché ci sono molte cose per cui devo pagare.

David Dobrik, proprio come Jake Paul, vanta un numero incredibili di iscritti sul proprio canale: oltre 18 milioni! Insomma, è crisi nera anche per i grandi di YouTube, che ha allevato una generazione di nuovi talenti dell’intrattenimento, ora sempre più sconfortati e demoralizzati.