Carlotta Fiasella ieri ha partecipato ad un trend che consiste nell’esporsi dicendo ciò che ci ha fatto soffrire in passato. A tal proposito, l’influencer scrive:
Pensi di potermi ferire? Mi sono persa l’adolescenza dedicando tutta la mia vita alla danza e alla scuola (mi allenavo tutti i giorni+gare e studiavo principalmente la notte) la mia passione mi ha portato ad autodistruggermi e a rompere i rapporti con la mia famiglia e dopo quattro anni non si sono ancora ricuciti.
Carlotta ha deciso di esporsi ancora una volta, spiegando come, nella sua esperienza, l’ambiente iper competitivo della danza classica agonistica ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del suo disturbo alimentare. Purtroppo le incomprensioni non sono tardate ad arrivare, ed è un commento in particolare a ferirla: ‘Basta essere forti e tenaci, lo sport può solo essere positivo! Dipende da te‘.
L’influencer infatti si è ritrovata a dover spiegare che non era assolutamente ciò che intendeva che lo sport in generale e l’agonismo siano negativi:
Non pensavo che qualcuno potesse scrivere un messaggio del genere. È la mia esperienza, la mia vita e bisogna averne rispetto soprattutto se uno decide di condividere una parte cosi brutta della propria vita perche non è facile.
Carlotta e la sua esperienza con lo sport
Come aveva già spiegato, nell’ambito della danza, soprattuto nella danza classica agonistica, è richiesto un certo fisico. Non a caso è uno degli ambienti (insieme a quello della moda) in cui si sviluppano maggiormente i dca. Carlotta Fiasella aveva infatti dovuto smettere di allenarsi all’inizio del suo percorso di guarigione che ha terminato felicemente non molto tempo fa. Bisogna ricordare che molti dca portano ad una esagerata attività fisica e l’uso di essa come rimedio al senso di colpa conseguente le abbuffate.
Carlotta Fiasella: “La malattia non dipende da me”
L’influencer aggiunge che non è vero che se sei tenace non puoi cadere in malattia e non ha senso sminuire una malattia che porta alla morte. Carlotta prova a spiegare che non dipende da lei, che se fosse stata lei a decidere non si sarebbe ammalata. Lei è sempre stata forte e tenace a livello psicologico e che se così non fosse stato non avrebbe praticato sport a livello agonistico per 15 anni avendo dei buoni risultati e a conciliarlo con lo studio, avendo anche un’ottima media.
Si trova a spiegare nuovamente che quando si creano determinati meccanismi nel cervello non dipende da noi stessi, e che non basta essere forti e tenaci, dipende anche dall’ambiente in cui ti trovi. Carlotta dice una frase estremamente importante: “Cerca di avere rispetto nei confronti delle esperienze altrui”.