Anno 2022 e ci ritroviamo (ancora) a scrivere notizie come questa. Il fatto è accaduto il 12 agosto. Siamo a Marina di Ravenna, in Emilia Romagna. All’interno del locale Marina Bay era previsto il Capo Plaza, atteso da migliaia di giovanissimi. Qualcuno di loro, però, non è potuto accedere al locale, e il motivo (secondo l’accusa) risiede nel colore della loro pelle. La denuncia è stata mossa dall’associazione ‘Mamma per la pelle’ che opera per rafforzare una cultura antirazzista e contro ogni forma di discriminazione. La fondatrice, Gabriella Nobile, ha spiegato:
Faremo un esposto in Procura. Un 16enne di colore non è stato fatto entrare nel locale dove si teneva il concerto di Capo Plaza, insieme a lui altri due ragazzi di colore e un gruppo di nordafricani. Lui (il ragazzo, ndr) non stava più nella pelle, il suo idolo era in concerto vicino a casa sua. Aveva preso i biglietti mesi prima, sapeva tutte le canzoni a memoria (…) Entrano tutti i suoi amici (bianchi) e lui resta fuori senza nessuna motivazione. Insieme a Biniyam restano fuori anche un gruppo di nordafricani.
I dettagli della vicenda e la replica del locale
Pare che i ragazzi siano arrivati al Marina Bay per le 23:15. Tuttavia ad entrare sarebbero stati solamente i ragazzi con la pelle di colore bianco (rabbrividiamo a scriverlo, ma questo è quello che raccontano anche autorevoli giornali). A restare fuori è lui, Biniyam, e altri ragazzi nordafricani. A quel punto chiama i genitori (Biniyam è stato adottato) che si recano sul posto e fermano una volante per raccontare tutto. Ma la polizia replica che il locale è un luogo privato e può fare ciò che desidera. La Fondatrice dell’associazione assicura che Capo Plaza non sappia nulla di questa vicenda e non sia il responsabile, ma si augura che prenda una posizione:
Capo Plaza non lo abbiamo sentito, non abbiamo i suoi recapiti. Sono certa che lui non sappia assolutamente nulla. Mi piacerebbe che prendesse una posizione netta su questa cosa.
Dopo accuse così forti, il locale Marina Bay ha deciso di rispondere attraverso i loro avvocati, che hanno spiegato:
Il ragazzo non è stato tenuto fuori dal locale per discriminazione razziale ma perché inserito in un elenco di clienti che, avendo creato problemi in precedenza, non vengono più ritenuti adatti alla frequentazione delle serate. Settimane fa il ragazzo, insieme ad amici, si era presentato all’ingresso in uno stato alcolemico elevato ma alla luce dell’insistenza della madre, presente anche lei in quell’occasione, si era deciso di farlo entrare. Poco dopo è stato trovato con degli alcolici che non aveva acquistato all’interno del Marina Bay e così gli addetti alla sicurezza lo hanno allontanato, anche perché si tratta di un minorenne.
L’accusa di razzismo è molto grave, soprattutto per un locale integrato e aperto a una clientela multietnica come il nostro.
La contro-replica dell’Associazione
L’Associazione, tuttavia, smentisce la versione del locale e sottolinea di aver provveduto a denunciare l’accaduto nelle sedi più opportune:
Vogliamo ricostruire i fatti da un punto di vista scientifico temporale. Biniyam, 16 enne esce di casa alle 22.45, arriva al locale alle 23.15, in questo lasso di tempo avrebbe dovuto bere così tanto da ubriacarsi (da solo) in modo pesante per poi essere cacciato all’ingresso. I genitori arrivano in suo soccorso alle 23.30 e lui per miracolo è già sobrio. 45 minuti. Non puzza di alcool, non ha atteggiamenti barcollanti, è solo molto deluso per la situazione. Questa spiegazione folle che butta fango su un ragazzino di 16 anni però, sembra bastare a tutti gli odiatori che da ore affollano le nostre bacheche con insulti vari. [..] Abbiamo registrazioni, testimonianze e prove dell’atteggiamento razzista del Marina Bay il 12 Agosto. Non parleremo più dell’accaduto, lo faremo nelle sedi preposte.
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