Brian Amato dice basta agli influencer che promuovono messaggi negativi e lancia l’hashtag #StopBadInfluencer. Nelle storie di Instagram il digital creator ha spiegato:
E’ vero, nel 2020 se hai più di 1000 follower ti puoi definire influencer. E’ anche vero, però, che in quanto influencer o personaggio pubblico, hai anche delle responsabilità. Devi dare peso alle tue parole, perché davanti a te virtualmente hai migliaia di persone. Quindi: se passi le tue giornate a dare pessimi esempi, a farti vedere sempre a cazzeggiare, a non motivare mai le persone; se fai vedere che sei sempre negativo e lanci sempre messaggi sbagliati, messaggi d’odio … non sei un buon influencer. Sarai pure un influencer, ma per me sei un bad influencer.
Io voglio dire stop. Non ne posso più di vedere certi elementi aprire bocca e dire cose assurde.
Brian ha raccontato la differenza che riscontra tra gli influencer di una volta, quando ancora non esisteva questo titolo, e alcuni di quelli di oggi:
Quando ho iniziato a fare questo lavoro, quando ho iniziato a fare YouTube, non esisteva nemmeno il termine influencer. Queste cose me le hanno insegnate. Il problema forse è questo, ovvero che le agenzie, i manager o l’agente che segue tutte queste persone – anche se molti lavorano in proprio ed è questo il vero problema – non spiegano e non insegnano le regole ai loro talent.
Nel 2015, quando ho firmato il mio primo contratto con il management e il network con cui ho lavorato fino a qualche anno fa, la prima cosa che mi hanno fatto fare è stata la formazione. Tre giornate di formazione, che sono state rifatte ogni anno. Le agenzie forse oggi si dimenticano di questo particolare, si dimenticano che i loro talent potrebbero fare cazzate, come mi è capitato di vedere ultimamente, ed essere shitstormati, essere rovinati o rovinare tutto il loro lavoro, perché nessuno gli dice: “Ah zi’, non devi dire quella cosa!” non perché non puoi, ma perché è meglio se non la dici.
Il discorso di Brian Amato, ricco di buon senso, non fa una piega. Sarà possibile, in futuro, promuovere i buoni influencer, isolando e silenziando i bad influencer o è pura utopia?