Il prezzo degli assorbenti, che ricordiamo essere beni di prima necessità, potrebbe tornare ad aumentare, a distanza di un anno dalla diminuzione del loro costo. Esattamente un anno fa, infatti, l’attuale governo in carica aveva portato l’Iva (imposta sul valore aggiunto) di questi prodotti dal 22 al 5% riducendo notevolmente i prezzi che, prima di allora, erano davvero altissimi. Ma cosa sta succedendo adesso? Perché si parla di nuovo di aumento dei prezzi? Facciamo chiarezza!
La bozza della Manovra 2024 (ossia la legge della Repubblica Italiana che regola la politica economica del paese) prevede che prodotti quali latte in polvere, preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, assorbenti, tamponi e coppette mestruali, passino tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%. Ma cosa significa questo? Se non lo sapete, l’Iva altro non è che “l’imposta sul valore aggiunto” cioè una tassa generale sui consumi che ricade sui consumatori finali ed è applicata sugli acquisti di beni (come in questo caso gli assorbenti) e servizi.
Cosa comporta l’aumento dei prezzi degli assorbenti
Ci teniamo a precisare che al momento si tratta di una bozza, ma se la manovra dovesse essere ufficialmente confermata, ci ritroveremo tutt* a fare un passo indietro e spendere di più rispetto all’ultimo anno. Durante una conferenza stampa, la premier Giorgia Meloni ha spiegato in questo modo la scelta: “purtroppo il taglio dell’Iva è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare la misura”. Bisogna ammettere che per il nostro Paese si tratta di un intervento non di poco conto. Rinunciare ad uno sconto importante sui beni ritenuti fondamentali per le famiglie e le donne infatti, rappresenta una scelta contestabile.
Ricordiamo che, fino all’anno scorso, gli assorbenti in Italia erano tra i più costosi in Europa. Prodotti come assorbenti e tamponi mestruali erano considerati come beni ordinari al pari quindi di vino e sigarette. La situazione, al centro di dibattiti e polemiche negli ultimi anni, è davvero calda. Per le associazioni di consumatori e per moltissim* in generale si tratta di una discriminazione nei confronti delle donne che si trovano costrette a spendere cifre non indifferenti per l’acquisto di beni assolutamente necessari. Al momento comunque, non vi sono approvazioni ufficiali riguardo questa discussissima manovra e noi tutt* aspettiamo e speriamo in un risvolto positivo.