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La raccolta fondi di Alfredo diventa virale, ma è sicura? La storia spiegata semplice

Alfredo Raccolta Fondi
La raccolta fondi di Alfredo è virale sui social: è tutto reale? La raccolta è sicura? Ecco la storia con parole semplici.

Negli ultimi giorni è diventata virale la storia del piccolo Alfredo, commuovendo il web. Bambino di appena 3 anni e mezzo, Alfredo sta combattendo una battaglia disperata contro un tumore al fegato molto aggressivo. La sua famiglia ha lanciato una raccolta fondi con la speranza di accedere a delle cure sperimentali in Francia.

Creator come Allydollina, Sasy Cacciatore e Sofia Crisafulli si sono mobilitati per promuovere la raccolta fondi, raccogliendo in poche ore migliaia di euro. Tuttavia, l’ingente somma di denaro e la mancanza di documentazioni certe ha sollevato alcuni dubbi tra le persone: la raccolta fondi è sicura? Ricostruiamo l’intera vicenda, analizzando cosa è successo e cosa sta accadendo ora.

La storia di Alfredo

Alfredo De Marco è bambino di 3 anni e mezzo che vive a Siderno, in Calabria. Purtroppo, Alfredo è affetto da una malattia molto grave, un tumore al fegato chiamato epatoblastoma, che si è diffuso anche ai polmoni. I medici gli hanno dato pochi mesi di vita e i suoi genitori, disperati, hanno deciso di provare una strada alternativa: delle cure sperimentali in Francia. Queste ultime potrebbero essere l’ultima speranza per salvare la vita del loro figlio. Per accedere a queste cure, però, serverebbe una somma altissima: un milione di euro. Grazie alle condivisioni di utenti, influencer e creator, in pochi giorni sono stati raccolti oltre 780 mila euro, una somma enorme, ma non ancora sufficiente.

La raccolta fondi è sicura?

A questo punto, però, sono nate delle domande: le cure in Francia costano davvero così tanto? Charlotte Matteini, una giornalista che spesso indaga su queste situazioni, ha deciso di contattare gli ospedali in Francia indicati dai genitori di Alfredo – il Gustave Roussy a Villejuif (Parigi) e l’Inserm a Bordeaux. Ha scoperto che uno di questi ospedali non conosceva nemmeno la famiglia, e l’altro ha spiegato che la cura sperimentale non è ancora pronta per gli esseri umani, poiché non sono stati fatti nemmeno i test sugli animali.

Questo particolare ha sollevato molti dubbi: se la cura non è disponibile e secondo gli ospedali non sarebbero stati inoltrati dei preventivi per la famiglia, perché chiedere proprio un milione di euro? È una situazione molto delicata perché si parla della vita di un bambino gravemente malato. Però, quando si tratta di raccolte fondi online, bisogna sempre essere sicuri che i soldi siano usati per il motivo giusto. Per chi ha donato, in ogni caso, ci sono alcune garanzie: la piattaforma GoFundMe permette, previa richiesta, di rimborsare i soldi donati qualora non si intendesse più partecipare alla raccolta fondi. Inoltre, il sito verifica che i soldi donati vengano utilizzati per la causa espressa e, qualora non vengano sfruttati per tale scopo, rimborserà tutti i soldi donati.

[FOTO: GoFundMe]