Ieri l’influencer e attivista transgender Ale Hilton ha postato un reel sul suo feed di Instagram. Nel video Ale dice di essere stata invitata ad una sfilata per la Fashion Week che, come saprete, è iniziata oggi. Cosa è successo? In pratica dopo aver ricevuto l’invito, il brand (che ovviamente Ale non ha citato) le ha fatto una strana richiesta tramite il suo manager! L’influencer inizia dicendo:
Sono stata invitata ad una sfilata e avevano organizzato questo fitting, e per me quella è già una fase molto difficile perché spesso non mi entrano i vestiti, le taglie sono piccole, e mentalmente è molto difficile da affrontare… In questo showroom c’era questa signora che sembrava mi lanciasse delle occhiatacce, ma ho voluto far finta di niente. Dopo il fitting avevo uno shooting e dopo sono tornata a casa. Il giorno dopo il mio manager mi manda un messaggio, con diversi screenshot – che non vi farò vedere perché ci sono diversi nomi – dove la manager del brand ha detto al mio manager che la designer avrebbe avuto piacere ad avermi alla sua sfilata, l’unica cosa è e che non avrei dovuto indossare i capi del suo brand, non per una questione di gender ma per una questione di estetica.
La richiesta sembra alquanto assurda e dà l’idea di un comportamento transfobico! Il suo manager risponde subito e dice che non trova il senso di questo messaggio e non capisce cosa voglia dire il fatto che non rispettasse il canone estetico, anche perché Ale è un volto del brand. Il brand a quel punto controbatte dicendo che con la designer hanno rivisto la lista degli invitati, e che Ale non sia in linea con l’immagine di donna che la designer vuole trasmettere.
Non finisce qui: la stilista non sarà a Milano durante la sfilata, quindi non avrà nemmeno occasione di parlare con lei ma la vedrà solo in foto. Il brand poi aggiunge che preferisce profili più minimal, quindi con poco trucco. Il manager a quel punto replica facendo il nome di un’influencer e chiede se per caso lei sia un profilo minimal (non per un attacco a questa influencer, bensì per smontare questa scusa alquanto frivola). A quel punto lui dice al brand che parlerà con Alessia che, ovviamente non andrà alla sfilata e ritira anche il suo invito:
Ovviamente non andrò a questa sfilata perché chiaramente non mi sembra il caso. Non so cosa pensare onestamente. Non se questa sia transfobia o meno, ma sento di dover raccontare questa cosa; perché per me non c’è messaggio più sbagliato di dire ad una persona di essere inadeguata per andare ad una sfilata. Questo brand non vuole che indossi le sue cose, ma vuole che io vada comunque alla sfilata: è una cosa molto brutta. Mi dispiace che nel 2022 succedano ancora queste cose”
I messaggi di supporto ad Ale Hilton
Ale ha ricevuto subito tanti messaggi di supporto. Christina Bertevello ha scritto: “Assurdo tesoro, sono schifata e mi dispiace tanto che esista gente così“. Hanno condannato l’accaduto, tra gli altri, anche Gianmarco Zagato: “Non so neanche cosa dire. Sei troppo signora a non dire il nome del brand, perché andrebbe cancellato!“, Luciano Spinelli: “Disgustato“, Loretta Grace: “Non ci sono parole“, Muriel: “Mi si spezza il cuore!“, Marta Losito: “Schifata“. La lista è veramente lunga e a volerli nominare tutti sicuramente ci dimenticheremmo qualcuno. Ci associamo alle parole che Elisa Maino ha pubblicato nelle sue Storie Instagram:
Ale è stata vittima di un gravissimo attacco di discriminazione da parte di un brand. Ho avuto la fortuna di poter incontrare di persona e intervistare Alessia: è una ragazza fantastica, super forte. Mi ha emozionato tantissimo la sua storia, so che ha emozionato anche voi. Mi sembrava il minimo condividere quanto le è successo, per fare in modo che non si ripeta più una cosa del genere. Ero stata invitata alla sfilata di questo brand, ma dopo che ho saputo quello che è successo, ho scelto di non andare. Non ho parole che nel 2022 ci siano queste discriminazioni. Vi invito ad andare a scoprire il mondo di Alessia, perché è davvero una persona meravigliosa
[FOTO: Instagram]